6 MAGGIO 1976: LA TERRA TREMA

Poco prima delle ventuno una scossa di terremoto del sesto grado della scala Mercalli colpisce una vasta area del Friuli. Poco dopo, una seconda scossa violentissima, tra l’ottavo e il decimo grado, una delle più forti mai re­gistrate in Italia, distrugge interi paesi, tra le province di Udine e Pordenone.
In poco meno di un minuto, palazzi, case, chiese e fabbriche vengono distrutti.
Migliaia di persone si ritrovano nel buio più completo, tra polvere e macerie, muri pericolanti, grida e lamenti. Ci sono persone ancora vive da soccorrere, coperte da detriti sotto palazzi accartocciati uno sull’altro; mi­litari rimasti intrappolati sotto la caserma. Chi trova rifugio in auto per passare la notte. Altri in campi improvvisati. Si scava con le mani dove si può.
In migliaia arrivano in Friuli a portare la solidarietà di tutto il popolo italiano. Orga­nismi politici, enti religiosi, istituzioni e go­verni di Paesi stranieri offrono sostegno ma­teriale ed economico. Molte le organizzazioni cattoliche che si adoperano per rispondere al bisogno della Chiesa friulana.
Saranno più di 80 i gemellaggi tra diocesi e parrocchie: la Chiesa è in prima fila nell’emergenza e nel far sentire la sua vicinanza alle persone che hanno perso tutto.
Tra questi anche il movimento di Comu­nione e Liberazione. Nei giorni successivi al sisma, don Giussani si precipita dall’arcive­scovo Alfredo Battisti per offrire la disponi­bilità di tutto il movimento.
Su indicazione dall’arcivescovo alcuni tra ingegneri e sacerdoti di CL partono subito
6 MAGGIO 1976: LA TERRA TREMAultima modifica: 2021-05-27T08:59:45+02:00da camillo-scuola